L'italiano - Lezioni semiserie by Beppe Severgnini

L'italiano - Lezioni semiserie by Beppe Severgnini

autore:Beppe Severgnini [Severgnini, Beppe]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-03-31T10:30:41+00:00


Non so.

Disagio di scrivere qui in lieve fuorisinc rispetto alla finta quasi diretta del

“quotidiano”. Gli “inserti” sono schegge di un “prima”, supplemento di ritardo. II mio dead line vano è lunedì notte/ alba di martedì. Su questo crinale notturno cerco alla cieca, più accanito dei soccorritori, in una stanza d’albergo europea, notizie del Boeing indonesiano scomparso nel nulla da giorni. Ormai affidati, gli scampati improbabili e noi, al radar degli sciamani, in situazione mitica e. biblica; e il nome della compagnia aerea,

Adam Line, evoca l’apparire/ sparire del genere umano. Verifico on line con macchinosa incompetenza, intanto dai tg di notte e aurora piovono nomi e titoli il cui senso evapora all’istante in perfetti anagrammi di presenti sempre diversi (stamane impazza dall’Italia la strage di Erba, pensi al rapporto apocalittico sull’effetto serra in Europa, all’erba del vicino sempre meno/ più verde… (SEGUE) Dirlo

C’è un modo sicuro per evitare il panico della pagina (o della schermata) vuota: buttar giù la prima cosa che viene in mente. Caso e istinto producono buoni incipit, di solito. Non dovesse accadere, potete tagliare la prima frase più tardi. Spesso la seconda frase servirà allo scopo.

Se avete qualcosa da dire, ditelo. Può sembrare il più inutile, tra questi sedici suggerimenti: invece è fondamentale. Timidezza e timore spesso spingono chi scrive a non dire quello che vorrebbe. È la Sindrome del Parlar d’Altro, ben nota anche nei media.

Immaginiamo però che chi scrive abbia qualcosa da dire (1) e voglia dirlo (2). Deve dirlo, però, in un tempo ragionevole. È vero: le email e i temi scolastici non obbediscono alle regole di una cronaca giornalistica (“la notizia in testa”). Resta un obbligo, tuttavia: chi legge deve capire subito di cosa stiamo parlando. Alcuni adottano invece una tecnica romanzesca, anzi giallistica. Si capisce tutto solo all’ultima riga. Ma chi riceve un’email di lavoro non è nella disposizione di spirito di chi legge Le Carré. Di solito, vuole sapere cosa volete da lui o da lei.

Il Procrastinatore è un sadomasochista. Punisce se stesso e fa. soffrire gli altri. Quasi mai - ripeto - si tratta di una tecnica., destinata a creare aspettativa. I motivi per cui uno non dice le cose, scrivendo, sono altri. Per esempio, la cautela: atteggiamento comprensibile, ma snervante. Prima di arrivare alla sostanza (una protesta, una domanda, una richiesta, un’osservazione) lo scrivente spazia, gira, divaga.

Rischiando di perdersi, e di perdere il lettore.

Prendiamo questa email ricevuta nella primavera 2007: Carissimo Dott. Severgnini, le scrivo per comunicarLe la nascita dell’lstituto XY. I drammi che ci sono mi hanno portato ad agire proprio sull essere umano: offrire formazione, consapevolezza e conoscenza a tutti gli utenti del sistema grazie a docenti esperti. Urge, è indispensabile, far conoscere le dinamiche comportamentali ai finitori dei flussi (…). È necessario sviluppare - dai giovanissimi agli anziani -

cultura della Vita, di questo bene così prezioso. Spero che il Suo ammirevole impegno su questa tematica possa aiutare la nostra società P.S. Spero inoltre che mi possa contattare tramite il nostro sito, anche se dovesse decidere di non pubblicare questa lettera.



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